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UIAA e ancoraggi in ambiente marino: un test per scegliere meglio

Ancoraggi in ambiente marino: come sceglierli? I risultati in campo sono sempre apparsi di difficile interpretazione. Da subito si è visto che l'individuazione delle cause dei particolari e gravi fenomeni di ossidazione che sporadicamente si verificano sugli ancoraggi posti in ambiente marino era un problema spinoso. Tanti gli elementi che concorrono nei fenomeni di ossidazione, tanti gli interessi in gioco, e tante le paure degli scalatori, e degli enti (o delle persone) che si occupano della manutenzione dei siti.

Dopo una lunga serie di sperimentazioni sul campo, l'UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni di Alpinismo) ha raccomandato ai chiodatori di scegliere il tipo di ancoraggi da usare solo dopo avere eseguito uno specifico test sulla roccia.

Daniele Arena, di San Vito lo Capo, è stato tra i primi chiodatori italiani ad eseguire questo test sulle pareti del sito di cui si occupa, assistito da due chimici di lungo corso (Luigi Filocamo e Letizia Cozzella). 

Le prime domande che ci siamo fatti quando abbiamo sentito parlare di questo test sono quelle che si farebbe qualunque scalatore: a cosa serve questo test, chi lo deve effettuare, come lo si fa.

In questo dossier presentiamo una serie di bervi articoli, nei quali cercheremo di dare una risposta il più possibile discorsiva a queste domande, con l’aiuto di Emanuele Pellizzari.

Per chi non lo conoscesse, Pellizzari fa parte del team che ha portato avanti le ricerche sulla corrosione e la metodologia di questi test, ora applicata da Golias Radovan, del team di Tomas Prosek, che faceva riferimento a David Reeve.