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Qualcosa su Guadagnolo

Guadagnolo
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Guadagnolo | Dintorni di Roma

Regione :
Stagioni consigliate :
Tipo di Parete :
Numero di vie :
Parcheggio :
Bellezza :
Ambientazione :
Roccia :
Adatta ai bambini :
Altitudine :
Accesso (medio) :

Descrizione

La roccia di Guadagnolo è un calcare molto compatto  con stratificazioni orizzontali  rivolte verso il basso, di conseguenza l’arrampicata è spesso impegnativa e di difficile interpretazione, comunque offre di tutto spigoli, placche, strapiombi, spaccature e diedri ..

Il Monte Guadagnolo è alto 1218m quindi soggetto a tutti gli agenti atmosferici, esposto a Sud-Ovest prende il sole la mattina sul tardi, è consigliata la frequenza nei periodi primavera e autunno ma anche in piena estate si può arrampicare tranquillamente fino alle 12:30 e dopo le 17:00, d’ inverno  invece quando il sole splende si riesce lo stesso ad arrampicare e godere degli splendidi panorami e tramonti che solo lui può offrirti, in conclusione si arrampica tutto l’anno

Si consiglia una corda da 70m, visto che diverse vie sono poco più lunghe di 30m.

 

Informazioni

Sopra un’enorme roccia calcarea a 1218 metri sul livello del mare, sorge Guadagnolo, centro abitato più alto del Lazio. Dalla piazza principale, terrazza su Roma, si può osservare un suggestivo panorama che si estende a perdita d’occhio. Salendo per una ripida scala si giunge alla piazza del Redentore dove si ergono i resti dell’ antica chiesa di Guadagnolo con un bel campanile in mattoni tutto diroccato e da dove si può ammirare la bellissima veduta a 360 gradi che, nei giorni limpidi arriva dalla cima del Gran Sasso d'Italia al mare Tirrenico e in specifico dalla valle del fiume Sacco alla valle del fiume Aniene con tutto il corso finale del Tevere; i monti Simbruini, Lucretili, Ruffi, Terminillo, Gran Sasso d'Italia, Velino, Lepini, Ausoni, Aurunci; i complessi vulcanici dei Colli Albani, della Tolfa, Cimini, Vilsini, Cimini,

Con i suoi 1218 metri sul mare quindi si ha un orizzonte visivo con un raggio di quasi km 125;
ad esempio fino alla costa di Anzio/Nettuno sono km 60 ma poi si possono osservare altri 70 di mare,
in belle giornate terze si arriva ad osservare anche l'isola di Ponza distante km113 o il monte Amiata (q.1738) km 113

Guadagnolo fa parte del territorio dei Monti Prenestini il quale appartiene a due bacini idrografici del fiume Aniene a Nord-Ovest e del fiume Sacco a Sud-Est e dal punto di vista geomorfologico i Monti costituiscono una lunga catena con un’altezza media delle cime di circa 850 metri orientata in senso Nord-Sud

Storia

Le mora di Guadagnolo sono sempre state frequentate e utilizzate dagli abitanti del vicino paese  come stazzo per  le loro greggi e rimessa di animali domestici come polli e maiali, infatti all’entrata si notano delle piccole costruzioni ormai in disuso utilizzate per tale scopo. Nei loro racconti  i locali narrano di rocambolesche discese in corda dalle rupi più alte per predare le uova del gheppio e altri rapaci che numerosi nidificano sopra e su le mora. Le mora una volta erano anche ricche di piccole lumache , che si trovavano in quantità industriale attaccate alle pareti le quali anno dato vita alla nascita della festa” la Sagra dei ciammaruchigli “che ogni anno si tiene al paese di Guadagnolo, tutte le piccole cenge delle  pareti sono anche disseminate di cipolline selvatiche da raccogliere con molta parsimonia( vi consiglio la frittata con le patate schiacciate  e cipolline ”favolosa”), previa la loro scomparsa, infatti una delle prime vie che si incontrano lungo le mora è proprio la via della cipolla.

Le prime attività alpinistiche che se ne abbia conoscenza sulle mura di Guadagnolo risalgono intorno agli anni 60- 70 con l’apertura della via di Maurizio e il diedro di Gigi tracciate da Maurizio Fattorosi Barnaba, detto Fattori, nel 1965, successivamente viene aperta la via il camino Jannetta  naturalmente aperta da Sandro Jannetta e Umberto Cattani chiamata come il famosissimo camino Jannetta che si trova al Mora famosa falesia dove sono cresciuti un po’ tutti gli alpinisti Romani di quel periodo storico. Tra il 1965 e  il 1969 vengono saliti un po’ tutte le fessure e i diedri della falesia, cosi’ nascono la via Fausto la Sandra la via Mariella e anche la stupenda via del Martello aperta non da alpinisti romani ma di Tivoli Angelo Passarelli e Pier Giorgio Coccia, ancora oggi una delle piu’ gettonate, sempre nel ’68 vengono aperti altri capolavori come la via Paola ( U.Cattani, S.Rossetti, S.Jannetta, Paolo Rodano ) e la via dei Lecci ( G. Martorelli, U. Cattani, S. Jannetta, M.Fossati ), le ulteme vie di quel periodo sono la” via dei Tre” la Cipolla e la “ Via di Mao”.

Con queste vie circa 16 si conclude la fase esplorativa di quel periodo.

Le Mora ingiustamente e per strani motivi vengono abbandonate dal popolo degli arrampicatori dal ’70 al ’76, soltanto successivamente intorno ’77 fino ai primi anni 80’un piccolo gruppo di alpinisti è tornato ad arrampicare a Guadagnolo, con i loro nomi illustri come  Pierluigi Pini,  Massimo Risi, Vito Plumari , Massimo Marcheggiani e Enzo Abbate anno incominciato a ridare un po’ di vita alla felesia.

Ma è con la nascita della sezione del  CAI di Palestrina i cui soci elessero la Mora di Guadagnolo come luogo ideale ove arrampicare e maturare le loro esperienze alpinistiche, incominciarono cosi a richiodare sistematicamente tutte le vecchie vie che erano state aperte ma completamente prive di qualsiasi protezione , naturalmente durante la chiodatura e la continua ripetizione dei vecchi itinerari il livello  dei soci della sezione cresce e con loro anche la voglia di aprire qualche nuovo tracciato, cosi nascono le vie come il fanciullo, lo spigolone, il Nocciolo e la parte alta di Luci della Notte.

Quello che ora sto scrivendo è tratto dalla guida di Enzo Abbate del 1997  Arrampicare a Guadagnolo da dove è stato anche raccolto molto materiale storico per fare questa guida:

 

Ma la cosa piu importante  che si registrò nei primi anni 80’ è stato il definitivo maturarsi dello stile d’arrampicata di Guglielmo Fornari conosciuto da tutti come “Memmo” . Fortissimo alpinista, Memmo approfondi la conoscenza della “Mora”, come nessuno prima di allora era riuscito a fare e salirne sistematicamente  ogni piu’ impossibile asperità. Forse il suo merito piu grande fu quello di capire che il terreno arrampicatorio della Mora poteva ampliarsi a dismisura, arrampicando sui notevoli placconi, solo sfiorati dai camini , fessure e diedri che fino ad allora si salivano. Inventò il modo migliore d’affrontarli , elaborando una moderna tecnica di salita ( al pari di quello che stava avvenendo in altri luoghi come Sperlonga e Pietrasecca ) proteggendo adeguatamente le nuove vie con gli Spit messi rigorosamente all’inizio dal basso e a mano. A proposito va però detto che la chiodatura effettuata da Memmo e compagni fu rigorosa, impostata ad un’etica severa, tendente a tirare al massimo la libera. A cominciare dal 1983 Memmo realizza una serie di vie che porteranno la Mora di Guadagnolo a divenire luogo d’arrampicata frequentatissimo  in particolare dagli arrampicatori romani. Nel 1983 ecco realizzarsi la parte alta di Luci della Notte e successivamente  nel 1984  la parte inferiore, il vecchio Tito aperta rigorosamente dal basso con chiodi e cordini d’acciaio rubati alla bicicletta rotta e un altro capolavoro come “ Strapiombando ; nel 1985 “il Professore , il Pelato, e Nuovi Orizzonti “ nel 1986 Timschel, Hantajo e Wambli. Intorno a Memmo prende vita un ristretto gruppo di “Prenestini” la cui attività contribuisce in modo notevole ad ampliare le possibilità d’arrampicata della Mora: Enzo Savastano (Till), Guido Sentinelli Mario e Massimo Prioreschi e il piccolo grande uomo Mario Gangli la cui giovane vita si è spezzata bruscamente nel 1992 in un incidente stradale. Una lapide posta all’inizio delle Mora  ne ricorda la memoria, compagno abituale di Memmo insieme a Till fedeli compagni di cordata hanno percorso insieme numerosissime vie al Gran Sasso e su tutto l’arco Dolomitico. Il 1987 è l’anno di altre importanti realizzazioni: “Evoluzione; la Merni Bassa; Enfasi: Platoon; Spigolo del Mistero , The Wall e per concludere il decennio la bellissima via il Pilastro Giulia e nella fascia inferiore delle Mora “ non Sporgetevi, Il Mistico e Nebrasca” naturalmente queste sono soltanto le vie di una certa importanza che anno dato anche vita alla conoscenza e alla rivalutazione di un posto stupendo come le Mora di Guadagnolo, a tutto questo in modo silenzioso hanno collaborato anche M. Papacci e B. Fabbri che hanno spittato numerose vie di media difficolta e con le loro piastrine di alluminio inconfondibili hanno reso le Mora un luogo accessibile ai piu’. Dal 2000 in poi naturalmente lo sviluppo delle Mora non si è fermato, sono state sistemate di nuovo quasi tutte le vie a Fix che all’origine erano state aperte con i vecchi spit piantati a mano, c’ è stato anche un breve passaggio di Roberto Ferrante il quale a contribuito all’apertura di qualche bella via. Un grande ringraziamento va anche a Roberto Catena che con l’aiuto di  qualche suo  amico,” massimetto  ecc.ecc.  hanno aperto un numero consistente di  vie  in settori quasi completamente da pulire ampliando cosi le potenzialità delle Mora e rendendole anche  piu’ adatte a tutti  i corsi di roccia che ultimamente incominciano a verdersi anche qui, soltanto per citare qualche bella via fatta da lui: Prurito, Via Salaria,l’Amara,dove tocchi tocchi bene,Giacchetta, Spigolo Sud, l’intero settore che prima del sue avvento era completamente ricoperto da vegetazione ed ora ospita numerose vie,” Revolver, Flavietta,  Furia, 17 Luglio+via degli Abruzzesi, Cime Tempestose. Un ringraziamento anche a Tira Tira che per anni si è dedicato alla pulizia del sentiero tagliando e bruciando un po’ tutti i rovi che si trovavano sotto le vie e lungo il sentiero e per questo gli ho dedicato la via Tira Tira. In questi ultimi anni alla sistemazione delle vie hanno contribuito anche Marco Febo, Daniela Chialastri, Massimo  Ronci di San Vito, Marcello il Muto e Antonello Grande, Tra il 2014 e il 2015 sono state aperte ben 17 vie valorizzando cosi anche la fascia inferiore abbandonata da sempre. Sono un po’ noioso ma un ringraziamento va dato anche a tutti quelli che in tutti questi anni mi hanno accompagnato all’apertura delle numerose vie sulla Mora e in tutte le mie avventure in alta montagna, per primi i miei figli Piero e Mattia e la mia compagna Gabriella Cavalieri  che mi hanno sopportato in silenzio e poi i fratelli Fransesini  Marco e David e il loro inseparabile cugino Spadino, Luciano Mastrantonio di san Vito un ringraziamento va anche a Bruno Vitale e  Tommaso Scianella  senza di loro non avrei mai pensato di scrivere un guida su Guadagnolo ma l’elenco è proprio lungo e per non dimenticarne qualcuno mi fermo qui.



Accesso Stradale

Partendo da Roma: percorrere via Casilina o via Prenestina fino a Palestrina, dove troverete le indicazioni per Capranica Prenestina  poi per Guadagnolo (Frazione di Capranica Prenestina).

Dall’autostrada A1 ROMA-NAPOLI: Uscita S.Cesareo, direzione Palestrina-Capranica Prenestina.  – Guadagnolo

Provenendo da Frosinone A1 ROMA-NAPOLI  usciata Valmontone- Palestrina-Capranica Prenestina

Dall’autostrada A24 ROMA-L’AQUILA:Uscita Tivoli, direzione Palestrina-Capranica Pr.

Provenendo dall’Aquila sempre A24 uscita Castel Madama, direzione San Vito Romano-Capranica Pr. – Guadagnolo

Con il pullman di linea CO.TRA.L: partenza dalla stazione Anagnina (Roma) (metro A), cambio poi a Palestrina per Capranica Pr. (info. Tel. 800150008)

Prima di arrivare al paese gia qualche km prima si nota l’imponente e lunga falesia che caratterizza Guadagnolo.

Giunti in piazza, scendere a sinistra e parcheggiare. Alla fine del muro parte un sentiero sulla sinistra che in 1 minuto porta alle pareti.