Descrizione
Le svettanti guglie di colore rosso acceso e grigio di Vene Rosse risaltano immediatamente percorrendo la strada che va verso Prati di Tivo. Si tratta probabilmente del sito di arrampicata più bello e completo del teramano e, a nostro giudizio, anche del più allenante. Situato praticamente nel cuore del Parco del Gran Sasso, con una splendida veduta sulla parete Nord del Corno Piccolo e sulla vetta Orientale del Corno Grande nonchè bellissimi scorci sull’abitato di Pietracamela, risulta un luogo affascinante, in cui immergersi pienamente nella Natura. Si tratta di una falesia abbastanza estesa, non priva di una certa maestosità. La roccia è un conglomerato di buona qualità, ottima in più punti, con zone che richiedono una certa attenzione. Lo stile è vario come la roccia, si va da splendide placche grigie finemente lavorate, che richiedono intuito e sensibilità, a placche più verticali, di movimento e resistenza per una scalata sempre molto tecnica. Più guardinga la scalata sui tratti gialli, caratterizzata da una certa precarietà. Sono presenti anche itinerari più strapiombanti e vie boulderose più violente. Una caratteristica comune è la lunghezza, spesso superiore ai 30 metri, che rende questo posto ancora più appetibile. L’unico neo è forse rappresentato dalla presenza di poche vie facili, costituite spesso da tiri brevi. Grazie all’esposizione favorevole, la falesia è frequentabile praticamente tutto l’anno: in particolare d’estate si arrampica nel settore centrale dopo le 15, mentre d’inverno fino al tramonto, a meno di copiosi innevamenti. Altra particolarità sono i Grignetti, vasche scavate nella tenera roccia, utilizzate presumibilmente per la pigiatura dell’uva, a testimonianza di attività oggi completamente perse. Le prime timide esplorazioni della parete sono legate al Gruppo Grotte di Teramo e a sconosciuti alpinisti locali. La prima valorizzazione in chiave moderna risale al 2002: Paolo De Laurentis e Pierpaolo Regimenti, attrezzano Gran Cereale e Muesli, due splendide vie, che sfruttano la parte forse più bella della parete. Successivamente Pino Sabbatini, assieme al solito Regimenti, aprono quella che può essere considerata la multipitch classica della parete: Il Pasto Nudo. Dopo qualche anno di silenzio, nel 2008, avviene la consacrazione della falesia, grazie soprattutto all’opera di intensa e raffinata chiodatura di Paolo De Laurentis, affiancato da Biagio Mengoli, Lino Di Marcello e Pino Sabbatini. A partire dal 2013 sono nati nuovi e interessanti itinerari ad opera di Lorenzo Angelozzi, che si concentra soprattutto sulla difficoltà, tracciando linee brevi ed esplosive e Leandro Fares, che inaugura un tratto nuovo di parete. Le ultime vie sono frutto di una strettissima collaborazione tra Gianluca Di Benedetto e Paolo De Laurentis, che porta ad una serie di interessanti ed eleganti realizzazioni. Degno di nota è l’intenso lavoro svolto dall’infaticabile Lino Di Marcello con la creazione di nuovi sentieri di accesso e discesa, la valorizzazione dello spazio alla base delle vie con terrazzamenti e la costruzione di comode panche di pregevole fattura.
Accesso Stradale
Da Teramo o da Montorio: SS80 fino al bivio per Fano Adriano (SP43a), evitare tutte le deviazioni sulla destra che portano al centro di Fano e continuare sulla strada principale fino ad uno sbarramento con 3 grossi blocchi di cemento. Parcheggiare nei pressi dello sbarramento. Dall’A24 è consigliabile l’uscita Val Vomano, quindi seguire le indicazioni per Montorio (SS150). Provenendo dall’A14 è consigliabile continuare sulla Teramo-Mare, e uscire a Teramo Ovest, quindi proseguire per Montorio (SS80). Dall’Aquila, in alternativa all’A24 potrebbe convenire seguire la SS80 (passo delle Capannelle) fino al bivio per Fano Adriano ( SP43a). Da questo punto vedi sopra.